EDITORIALE
Cari lettori di Cadillac, benvenuti sul primo di una serie di (pochi) numeri atipici e “postumi”, successivi alla chiusura ufficiale della rivista. Un paio serviranno a dar spazio a quei racconti selezionati dai nostri comitati di lettura e non inseriti in uno dei numeri della serie ufficiale. Un altro sarà dedicato ai classici e uno ancora alla saggistica. E poi ci saranno un paio di numeri incatalogabili come quello che state per leggere. Nello specifico, si tratta di un saggio di Ortega Y Gasset su Azorín: se avete la fortuna di aver letto “La ribellione delle masse”, scritto dal primo, è quasi impossibile che conosciate il secondo. Ed è un peccato, perché non è mai stato trattato dignitosamente dall’editoria italiana e meriterebbe di essere ripubblicato integralmente alla pari di un classico minora. Con questo numero speciale ci auguriamo che qualcuno suggerisca a qualcun altro di concedere finalmente ad Azorín lo spazio che merita. Due dettagli sulla modalità scelta: considerato che la rivista è ormai chiusa e che il tempo si è ridotto a scampoli ineffabili, ci siamo limitati a scansionare tutto un volumetto uscito per la CEDAM di Padova nel 1944, lo abbiamo passato in OCR e in quattro l’abbiamo riletto nella speranza di azzerare i refusi. Nessun contributo stiamo dando dal punto di vista critico, perché non ce n’è il tempo né il bisogno. Riproponiamo addirittura l’introduzione del grande Carlo Bo, nella speranza di non ledere alcun diritto e che sia chiaro l’intento meramente “nobile” di quest’operazione. Ovviamente rimaniamo disponibili a rimuovere il numero laddove qualcuno dovesse sentirti offeso.
Ultima cosa: Cercate, procuratevi e leggete “La volontà” di Azorín, nell’edizione “Le Lettere” del 2002, traduzione di Lia Ogno. È difficile da reperire, ma sappiamo per certo che l’editore ne ha parecchie copie in magazzino. È più facile reperire l’edizione del 2013 di Faligi Editore, tradotta da Roberto Notaro, ma si tratta di un editore dalle politiche ambigue e non possiamo consigliarvi la traduzione di Notaro perché non l’abbiamo letta, con quella di Ogno andate sul sicuro.
Buona lettura!
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